|    | Circolo di Vienna
Circolo di Vienna  
Circolo di Vienna Gruppo di filosofi e scienziati che tenne periodici incontri di 
discussione a Vienna negli anni Venti e nei primi anni Trenta del XX secolo, avviando il 
programma di ricerca del neopositivismo. Al circolo, che si riuniva intorno al filosofo 
Moritz Schlick, aderirono, tra gli altri, Rudolf Carnap, Otto Neurath e Kurt Gödel. 
Le attività del circolo si limitarono a riunioni private fino al 1929, anno in cui i suoi 
membri cominciarono a pubblicare monografie e a collaborare con il circolo di Berlino, 
fondato da Hans Reichenbach, all'organizzazione di conferenze internazionali e alla 
pubblicazione della rivista "Erkenntnis" ("Conoscenza"). La morte o l'esilio delle 
figure 
di spicco a partire dal 1938, anno dell'Anschluss, non decretarono tuttavia la fine della 
filosofia del circolo di Vienna; grazie all'incessante ripensamento e all'articolazione 
delle tesi originarie da parte di membri e collaboratori del circolo emigrati negli Stati 
Uniti, il neopositivismo esercitò un notevole influsso sulla filosofia analitica. 
    
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    LA BATTAGLIA CONTRO LA METAFISICA 
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Le tesi del circolo di Vienna furono sviluppate sulla base delle idee del "primo" 
Wittgenstein, di Ernst Mach, Gottlob Frege e Bertrand Russell. Caratteristica del circolo 
fu la sua opposizione alla metafisica, accusata di elaborare teorie fondate su proposizioni 
prive di significato. Secondo i viennesi, un criterio empiristico del significato avrebbe 
sanzionato la validità della scienza e contemporaneamente ridotto la metafisica al 
silenzio, destituendo inoltre di fondamento conoscitivo ogni norma assoluta. Pertanto, 
essi formularono il cosiddetto "principio di verificazione", in base al quale un enunciato, 
che non sia analitico (cioè vero per convenzione linguistica), ha significato solo se è 
empiricamente verificabile. 
Il circolo di Vienna fu una voce in minoranza sia nel tempo sia nel luogo in cui ebbe 
origine; in epoca recente è stata riconosciuta la dimensione sociopolitica della sua 
filosofia della scienza, intesa come ripresa del pensiero illuminista contro le ideologie 
totalitarie che proprio allora si stavano affermando in Europa.  
  
 
 
 
 
Schlick
Schlick, Moritz  
Schlick, Moritz (Berlino 1882 - Vienna 1936), filosofo tedesco, uno dei maggiori 
esponenti del neopositivismo. Compiuti gli studi di fisica sotto la guida di Max Planck, 
ottenne la cattedra di filosofia naturale alle Università di Rostock (1911-1921) e di Kiel 
(1921-1922). Nel 1922 divenne professore di filosofia delle scienze induttive a Vienna, 
dove diede vita al circolo di Vienna. Fu ucciso sui gradini dell'università da uno studente 
nazista. 
Influenzato dalle teorie del Tractatus di Wittgenstein, Schlick si occupò del problema 
della verità, formulando il celebre criterio di verificazione empirica del significato, in 
base al quale il significato di una proposizione è il metodo della sua verifica. Tra le sue 
opere principali: Questioni di etica (1930), Significato e verificazione (1936) Filosofia 
della natura (postuma, 1948), Natura e cultura (postuma, 1952).  
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Neurath
Neurath, Otto  
Neurath, Otto (Vienna 1882 - Oxford 1945), filosofo e sociologo austriaco. Membro del 
circolo di Vienna, Neurath si occupò di scienze sociali, avviando un progetto di 
unificazione delle scienze basato sull'individuazione di un linguaggio universale. Tale 
linguaggio avrebbe consentito di formulare tutte le proposizioni scientifiche, 
agganciandosi al terreno dell'esperienza per mezzo di un gruppo di proposizioni di base, 
dette "protocolli". Nel 1929, insieme con Hans Hahn (1879-1934) e Rudolf Carnap, 
Neurath scrisse il manifesto del neopositivismo intitolato La concezione scientifica del 
mondo. Nel 1941, dopo l'avvento del regime nazista, emigrò in Inghilterra e divenne 
professore a Oxford. Tra le sue opere principali ricordiamo Formazione della vita e 
lotta di classe (1928), Sociologia empirica (1931), Fondamenti della scienza sociale 
(1944).  
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Hahn
Hahn, Otto  
Hahn, Otto (Francoforte sul Meno 1879 - Gottinga 1968), chimico-fisico tedesco, celebre 
per le sue fondamentali ricerche nell'ambito della radioattività. Compì gli studi superiori 
alle università di Marburg e di Monaco, e nel 1911 divenne membro del Kaiser Wilhelm 
Institut di chimica (oggi Max Planck Institut) di Berlino, del quale fu successivamente 
direttore (1928-1945). Nel 1918 assieme al fisico austriaco Lise Meitner scoprì il 
protoattinio. Con la collaborazione di Meitner e del chimico tedesco Fritz Strassmann, 
proseguì poi le ricerche di Enrico Fermi sul bombardamento dell'uranio con neutroni e 
nel 1938, cercando di rilevare la presenza di elementi transuranici in un campione di 
uranio precedentemente irradiato con neutroni, scoprì tracce di bario. Questo risultato lo 
condusse, sempre con la collaborazione di Strassmann, alla formulazione della teoria 
della fissione nucleare, divulgata nel 1939. La validità delle sue ricerche fu riconosciuta, 
nel 1944, con il premio Nobel per la chimica. 
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Carnap
Carnap, Rudolf (Ronsdorf, Barmen 1891 - Santa Monica, California 1970), filosofo 
tedesco, uno dei più eminenti rappresentanti del positivismo logico. Compiuti gli studi a 
Jena e Friburgo, dove frequentò le lezioni di Gottlob Frege, si specializzò in matematica, 
fisica e filosofia; nel primo dopoguerra, venne influenzato dal pensiero di Bertrand 
Russell e Ludwig Wittgenstein, e avviò un fecondo rapporto di collaborazione con Otto 
Neurath e il matematico Hans Hahn, assieme ai quali, nel 1929, firmò il "manifesto" del 
Circolo di Vienna, intitolato La concezione scientifica del mondo. Nel 1936, per 
sfuggire al nazismo, emigrò negli Stati Uniti, dove fu professore dapprima presso 
l'Università di Chicago, poi presso l'Università della California, a Los Angeles. 
Carnap intese la filosofia come analisi logica dei linguaggi scientifici e, in una prima 
fase, considerò le proposizioni empiriche della scienza le sole dotate di effettivo 
significato, confinando nel dominio della metafisica tutte le proposizioni insensate, in 
quanto non empiricamente verificabili. In seguito, modificò le sue posizioni ed elaborò 
un "principio di tolleranza", o principio della convenzionalità delle forme linguistiche, 
affermando che "in logica non vi sono morali. Ognuno è libero di costruire la propria 
logica, cioè la propria forma di linguaggio, nel modo che vuole. Tutto quello che si esige 
da lui è che egli lo espliciti chiaramente e suggerisca regole sintattiche invece di 
affermazioni filosofiche". In sostanza, tutta l'opera di Carnap ruota intorno alla 
convinzione di poter ridurre le tradizionali dispute filosofiche a problemi logico-linguistici: il suo 
tentativo giovanile di ridurre la conoscenza a un linguaggio fondato sui 
dati elementari della sensibilità (La costruzione logica del mondo, 1928); la 
formulazione di un linguaggio universale e "fisicalista", che fosse basato sul linguaggio 
intersoggettivo della fisica, nel quale la verità di ogni asserzione non dipende più dalla 
verifica empirica, ma dalla coerenza logica con le altre asserzioni del sistema (Il 
linguaggio fisicalistico come linguaggio universale della scienza, 1931); l'analisi delle 
strutture formali dei linguaggi, in particolare del linguaggio scientifico, elaborata nella 
Sintassi logica del linguaggio (1934); le considerazioni sulla verificabilità, 
controllabilità o confermabilità degli asserti empirici (Controllabilità e significato, 
1936). 
Carnap contribuì significativamente anche allo studio della probabilità, con Fondamenti 
logici della probabilità (1950), opera in cui introdusse la distinzione tra probabilità 
statistica e probabilità logica. Cooperò alla fondazione e alla direzione della rivista 
"Erkenntnis" e all'International Encyclopedia of Unified Science.  
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- "COSTRUZIONE LOGICA DEL MONDO"
 
 
  
- Estensione
 
l estens. di 1 predicato è la classe di tutti gli oggetti a cui esso si applica e le estens di 1 termine 
è il suo riferimento
 
  
- INTENSIONE
 
Legate entrambe al concetto di analiticità
 
  
 
 
    Metafisica?
consiste in enunciati grammaticalmente corretti ma privi di significato conoscitivo in quanto non 
soddisfano il criterio di verificazione empirica. proposizione 4003 
 
    Analitico?
vero in virtù del signficato,eliminando la noz.kantiana di sintetico a priori 
 
    Sintetico?
vero in virtù di dati di fatto cioè dalla denotazione  empirica x cui il segno e l enunciato 
 
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